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Violenza sessuale se il coniuge rifiuta il rapporto

Il rifiuto, anche se implicito, della moglie ad avere un rapporto sessuale configura violenza sessuale da parte del marito.
La Terza Sezione della Corte di Cassazione del 5 ottobre 2015, n. 39865 ribadisce ormai un orientamento consolidato.
Non esiste alcun diritto assoluto del coniuge al compimento di atti sessuali, inteso come mero sfogo all'istinto sessuale contro la volontà del partner, tanto più se tali rapporti avvengano in un contesto di sopraffazioni, infedeltà e violenze che costituiscono l'opposto rispetto al sentimento di stima, affiatamento e reciproca solidarietà in cui il rapporto sessuale si pone come una delle tante manifestazioni (Cass. pen., Sez. III, 12 luglio 2007, n. 36962).

E' dunque stato condannato per violenza sessuale, ex art. 609-bis c.p., il marito che ha posto in essere una qualsiasi forma di costringimento psico-fisico idonea ad incidere sulla libertà di autodeterminazione della donna.