Pizzicati ubriachi al volante? I lavori di pubblica utilità
La guida in stato di ebbrezza, oltre ad essere pericolosa, costituisce reato: secondo la legge, chi si mette alla guida con un tasso di alcol nel sangue superiore ad una certa soglia (0,8 g/l), rischia: l’arresto, un’ammenda salatissima (fino ad € 6.000,00), il sequestro o la confisca dell’auto, oltre che la sospensione della patente (e persino la revoca della stessa nel caso di recidiva!).
In pratica, chi viene colto al volante in stato di ebbrezza rischia di dover affrontare un processo penale in piena regola dal quale, tra l’altro, è difficile uscire indenni, visto che l’alcoltest difficilmente sbaglia…!
Di tutto questo sarete già a conoscenza. Forse però non tutti sarete a conoscenza che l’art. 186 del nostro Codice della Strada, per l’ipotesi di guida in stato di ebbrezza, consente di essere ammessi ad una sanzione alternativa alla pena (detentiva e/o pecuniaria).
Chi viene sorpreso a guidare dopo aver ecceduto con l’alcol può cioè evitare di restare troppo a lungo a piedi. E può evitare, oltre al ritiro della patente, anche l’ammenda e il sequestro dell’auto.
Come? Lavorando. Facendo, per l’esattezza, i cosiddetti “lavori socialmente utili”.
L’articolo 186, comma 9bis del Codice della strada dispone che - al di fuori dell’ipotesi in cui il guidatore ebbro abbia provocato un incidente - la pena classica prevista per la guida in stato di ebbrezza (cioè l’arresto e l’ammenda) può essere sostituita, con quella del lavoro di pubblica utilità, consistente nella “prestazione di un’attività non retribuita a favore della collettività da svolgere, in via prioritaria, nel campo della sicurezza e dell’educazione stradale presso lo Stato, le regioni, le province, i comuni o presso enti o organizzazioni di assistenza sociale e di volontariato, o presso i centri specializzati di lotta alle dipendenze”.
Formulando la richiesta con l’assistenza del proprio legale, chi viene sorpreso a guidare in stato di ebbrezza (o, peggio, sotto l’effetto di droghe) può quindi ottenere la commutazione della pena pecuniaria e detentiva in lavori socialmente utili.
A decidere se i lavori di pubblica utilità possono fare al caso specifico è il Giudice, che quantifica anche le ore di lavoro da svolgere secondo precisi calcoli. In via semplificata, € 250,00 di ammenda oppure un giorno di detenzione vengono ragguagliati e trasformati in un giorno di lavoro di pubblica utilità. Ad esempio, la condanna a sei mesi di arresto e a 1.500 euro di ammenda si tramuta in sei mesi e sei giorni di lavori di pubblica utilità.
Tra le varie mansioni alle quali si può essere adibiti compaiono compiti come la cura delle aiuole negli spazi urbani, il presidio o la pulizia di parchi e giardini, la manutenzione e pulizia di scuole e biblioteche, attività di supporto alla polizia municipale. E’ possibile essere occupati come magazzinieri, archivisti, fattorini, guardiani, o anche in ausilio nelle operazioni di viabilità in occasioni di manifestazioni.
Sempre meglio che pagare fino a € 6.000,00 di multa e rischiare anche 6 mesi di carcere. Una sorta di “legge del contrappasso”, potremmo dire...!
E’ poi bene sapere che la condanna ai lavori di pubblica utilità obbliga a rispettare un determinato programma, per non trasformarsi in un escamotage per sfuggire alla pena detentiva. Il codice, non a caso, stabilisce che con il provvedimento di condanna il giudice incarica l’ufficio locale di esecuzione penale, ovvero l’ufficio di pubblica sicurezza del luogo di esecuzione della pena o, in mancanza, il comando dell’Arma dei carabinieri territorialmente competente, di verificare l’effettivo svolgimento del lavoro di pubblica utilità.
In caso di svolgimento positivo del lavoro di pubblica utilità, il giudice dichiara estinto il reato, dispone la riduzione alla metà della sanzione della sospensione della patente e revoca la confisca del veicolo sequestrato. Al contrario, in caso di violazione degli obblighi nascenti dal lavoro di pubblica utilità, il giudice potrebbe revocare la misura e condannare definitivamente alla pena detentiva e pecuniaria originaria, cioè all’arresto e all’ammenda.
Si tenga anche bene a mente che il lavoro di pubblica utilità può sostituire la pena per non più di una volta: quindi, se ne avete già beneficiato, alla prossima guida in stato di ebbrezza non potrete chiederlo nuovamente!