Anche se minorenni, i ragazzi che hanno compiuti 14 anni ma non ancora i 18 possono essere chiamati a processo.

Il giudice penale del Tribunale dei Minorenni accerta se il minore ha commesso il reato; può comunque assolverlo -anche se emerge la sua responsabilità- applicando il “perdono giudiziale”, previsto dall’art. 169 Codice Penale.

Possono essere perdonati dal Giudice del Tribunale dei Minori i ragazzi se:
 

• Il reato commesso è punito con pena inferiore nel massimo a due anni;
• Il giudice presume che il minore si asterrà dal commettere ulteriori reati;
• non è stato condannato a pena detentiva per un delitto, anche se è intervenuta la riabilitazione, o è stato dichiarato delinquente o contravventore abituale o professionale;
• non ha già usufruito del perdono giudiziale.

 Il perdono giudiziale è una causa di estinzione del reato.

Il fatto che il perdono comporti l'estinzione del reato non significa però che dello stesso non resti traccia. Il provvedimento che dispone il perdono giudiziale va iscritto sul casellario.

Le iscrizioni di provvedimenti giudiziari relativi a minori di età sono eliminate al compimento del 18simo anno di età della persona cui si riferiscono, eccetto quelle relative al perdono giudiziale, che sono eliminate al compimento di 21 anni, salvo per le condanne a pena detentiva, anche se condizionalmente sospesa.

Ne derivano conseguenze rilevanti qualora il soggetto, che è stato perdonato, voglia partecipare a un concorso pubblico.

Nei bandi di concorso infatti viene richiesto di indicare di non aver riportato condanne anche se è stata concessa l'amnistia, l'indulto, il condono o il perdono giudiziale.

Occorre quindi vigilare attentamente sul testo del bando. Nel caso in cui venga richiesto di riportare le condanne subite, anche se il minore ha superato i 21 anni di età e il casellario risulti pulito, egli deve indicarle. In caso contrario potrebbe rischiare la condanna per falso.