Una madre divorziata non riusciva a ottenere il consenso del padre a un intervento dentistico di estrazione dei denti al figlio minorenne.
Nemmeno l’intervento del legale attraverso raccomandate di diffida era riuscito a smuovere il genitore renitente.
Si è reso quindi necessario ricorrere al Tribunale per chiedere che il giudice emettesse una sentenza che autorizzasse la madre a portare il figlio dal dentista per l’intervento.
Ai sensi dell’art. 337 ter, comma 3, c.c. “La responsabilità genitoriale è esercitata da entrambi i genitori. Le decisioni di maggiore interesse per i figli relative all'istruzione, all'educazione, alla salute e alla scelta della residenza abituale del minore sono assunte di comune accordo tenendo conto delle capacità, dell'inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli. In caso di disaccordo la decisione è rimessa al giudice.”
Trattandosi di una decisione in materia di salute di un minore, essa è una delle decisioni di maggiore interesse ai sensi del Codice Civile.
In caso di disaccordo dei genitori, oppure in caso di silenzio di uno di essi che nemmeno a seguito di diffide legali manifesti il consenso, la decisione va rimessa al giudice.
Il giudice in composizione monocratica, dopo aver disposto la comparizione delle parti ed esaminato la documentazione medica allegata al ricorso che dimostrava l’opportunità dell’intervento dentistico, ha pronunciato ordinanza con la quale ha disposto la sottoposizione del minore all’intervento richiesto, sostituendosi in toto al consenso del genitore rimasto inerte e condannato quest’ultimo alle spese di lite.
Provvedimento del Tribunale di Pordenone, dott.ssa Risolo, del 15.7.2024